Sono aperte le iscrizioni per un nuovo entusiasmante laboratorio STEAM dove si incontrano analogico e digitale. Si tratta di un percorso per conoscere il quartiere, viverlo e creare connessioni fra le persone stando in ascolto.
Che voce ha una città?
Lo scopriremo diventando esploratori urbani e raccogliendo, direttamente sul campo, testimonianze e rumori del quartiere. Passeremo alla fase di costruzione del modello della città ed infine, come per magia, creeremo una vera e propria installazione sonora interattiva, grazie al kit Makey Makey e attraverso Scratch.
Quando?
Due incontri: sabato 15.10.2022 e 22.10.2022 ore 10:30 – 12:30
Il training course DIGITCITIZEN* è stato un’opportunità per imparare, consolidare conoscenze e trovare punti di contatto tra la mia formazione da storico, il lavoro con gli studenti e l’analisi del mondo digitale.
Io, Nabil e Pietro siamo partiti il 9 giugno da Ciampino. A Riga abbiamo preso un bus in direzione di Balvi, in compagnia di altri partecipanti al training provenienti da un po’ tutta Europa e dal mondo. In quattro ore abbiamo attraversato oltre 200 km di aperta campagna alternata a fitti boschi secolari. Poche macchine per strada, grandi carichi di legname che scendevano in direzione Riga e i carrarmati a 70 km dalla frontiera russa ci hanno fatto capire che ci stavamo addentrando in un territorio allo stesso tempo periferico e centrale.
A Balvi siamo stati accolti da Sergej che ci ha fatto sistemare nelle strutture di accoglienza e da subito ci siamo mischiati agli altri Paesi: Nabil e Pietro erano in camera con dei ragazzi turchi, mentre io ero in camera con un ragazzo originario dell’Azerbaigian residente in Germania.
Le prime attività collettive sono servite a conoscere il posto, gli altri partecipanti e a definire le regole del gruppo.
I tutor hanno delineato i contorni del tema che avremmo trattato durante la settimana, ovvero la cittadinanza digitale, definita così dal Consiglio Europeo : “the ability to engage positively, critically and competently in the digital environment, drawing on the skills of effective communication and creation, to practice forms of social participation that are respectful of human rights and dignity through the responsible use of technology”.
Insieme abbiamo fatto una panoramica dei social network utilizzati dai giovani, del tipo di contenuti, formati e argomenti trattati sulle varie piattaforme e dei motivi che spingono ad usare un social più di un altro.
Un momento di lavoro individuale è stato dedicato a delle parole specificate legate a questioni digitali. Sotto le nostre sedie erano state posizionate delle parole che andavano dal Cyberbullismo a Fake news, passando dalla mia che era Digital Detox. Abbiamo avuto 10 minuti per effettuare delle ricerche e preparare un Pitch di 1 minuto.
Abbiamo parlato anche di analisi quantitativa dei media online. Divisi in gruppi nazionali abbiamo effettuato ricerca su giornali e pagine di informazione online. Kristina e Sergej ci hanno chiesto di sfogliare le prime pagine e gli articoli dell’ultimo mese per analizzare la grafica e le parole usate per descrivere gli argomenti ritenuti più importanti.
Ci siamo occupati anche di pubblicità. In gruppetti di tre, abbiamo analizzato degli spot pubblicitari e, dopo aver identificato il pubblico mirato, abbiamo creato una versione alternativa dei video pensando ad un pubblico diverso.
Un altro tema affrontato durante il training course è stato la propaganda, definita così dal Cambridge dictionnary : “information, ideas, opinions, or images, often only giving one part of an argument, that are broadcast, published, or in some other way spread with the intention of influencing people’s opinions”.
Utilizzando la piattaforma Mind Over Media abbiamo discusso delle tre principali tecniche di propaganda : evocare emozioni forti, fare appello ai bisogni del pubblico e attaccare gli oppositori.
Per quanto riguarda il metodo, tutte le attività sono state interattive. I momenti più formali erano intervallati da pause in cui ogni paese proponeva una merenda tipica e in cui i vari partecipanti proponevano piccoli ‘energizers’ per mantenere alta la concentrazione.
Un pomeriggio siamo andati a fare una passeggiata fuori Balvi, nei pressi della casa dove Sergej è cresciuto, un palazzo degli anni ’80 costruito in mezzo ai campi e accanto al quale la madre coltiva il suo orto. Abbiamo camminato per un’oretta e mezza, e questa è stata un’altra bella occasione per conoscerci meglio anche al di fuori del tema del corso. Una volta tornati al punto di partenza, abbiamo imbastito un bel barbecue accanto all’orto della famiglia di Sergej.
Al di là del corso in sé, il tempo passato a Balvi ha rappresentato un momento di apertura e scoperta. Ho una conoscenza molto scarsa dell’Europa dell’est e del nord e dei paesi dell’ex URSS. In quanto europeo occidentale, penso di conoscere molto poco la storia, la geografia e la cultura di queste terre. Sono proprio estranee al mio immaginario, probabilmente erede anche dell’immaginario della guerra fredda.
Il viaggio a Balvi è stata una fantastica occasione per scoprire questa terra con i suoi boschi, le palazzine sovietiche degli anni ‘80, la semplicità anche lontana dal caos di una città turistica come Firenze. I bambini con cui abbiamo giocato a calcio, le mamme alle finestre a chiamare i figli, i bambini che vengono a chiederci di onorare le promesse fatte il giorno prima di tornare a giocare con loro. Cose semplici e vere, come il cibo che ci è stato servito al collegium e nei piccoli ristoranti di Balvi in cui con pochi spiccioli si poteva mangiare, piatti senza pretese e senza proclami ma buoni e genuini.
Per chiudere dico anche che, nell’epoca della solitudine, dei social e dei lockdown, vivere una settimana intera a stretto contatto con un gruppo di giovani, con tante attività organizzate dalla mattina alla sera è stata un’esperienza umanamente toccante e necessaria, per giovani e meno giovani.
**Digitcitizen è un training finanziato dall’Agenzia Nazionale Erasmus+ per i giovani.
Vi ricordate del corso di formazione DigitCitizen* organizzato in Lettonia lo scorso giugno?
Nabil, Pietro e Matteo sono ormai tornati da un po’ e con piacere condividiamo questo breve racconto dell’esperienza che ha condiviso con tutti noi Nabil.
La Lettonia è uno dei paesi in cui non sarei mai andato per vacanza. Ho saputo dell’esistenza di una cittadina di nome Balvi solo quando mi hanno proposto l’opportunità di fare questo corso di formazione europeo Erasmus plus.
All’inizio ero molto scettico – non per il paese sia chiaro – ma per la situazione geopolitica (era cominciata da poco la guerra in Ucraina!); alla fine mi sono convinto a partire per il mio carattere da esploratore e avventuriero anche perché prima di partire avevo scoperto che la città si trova in mezzo ad un lago con solamente 7.000 persone!
Nel viaggio di andata in particolare dall’aeroporto di Roma ho conosciuto gli altri 2 esploratori dall’Italia come me: Matteo e Pietro. Il viaggio di andata non è stato dei migliori in quanto per raggiungere Balvi ci abbiamo messo una giornata interna tra aereo e 2 bus e prima di entrare in città ho visto per la prima volta dei carri armati militari e questo mi ha messo un po’ d’ansia.
La prima sera eravamo tutti stanchi per via del viaggio quindi siamo andati a dormire presto. Il giorno dopo sarebbe cominciato il training!
Una delle attività che si fa all’inizio di tutti i training è l’Ice breaking (rompere il ghiaccio) per conoscersi reciprocamente; è stato molto interessante in quanto eravamo tutti con gli occhi chiusi e senza sapere che avevamo tra le mani uno spago dovevamo fare tutti insieme prima un cerchio e dopo una linea retta. La difficoltà del gioco era collegata dal livello di lingua di ognuno di noi, dalla cultura (ci si doveva toccare per capire chi era posizionato dove) e non ci si conosceva tra di noi.
Tutta la prima giornata è stata incentrata sul conoscersi e condividere i gradi di sensibilizzazione dell’argomento fondamentale del nostro training “cittadinanza digitale” e nei giorni successivi abbiamo approfondito i seguenti temi:
accesso digitale;
commercio digitale;
comunicazione digitale;
competenze digitali;
codice di condotta digitale;
norme e diritti digitali;
salute e benessere digitale;
sicurezza digitale.
Ognuno di noi ha portato la propria esperienza e conoscenza. Abbiamo scritto quello che pensiamo in merito e come vogliamo o possiamo migliorare l’attuale status quo.
Alla fine dei 10 giorni sono arrivato alla seguente conclusione: SONO TROPPO DIPENDENTE DALLA TECNOLOGIA!
Così ho promesso, insieme ad altri del gruppo, di aiutarci reciprocamente a fare 3 cose per migliorare la nostra quotidianità entro 1 anno.
Una cosa che mi è successa fuori dal training e di cui sono molto contento è che mi sono sentito accolto benissimo dalle persone del posto, in particolare da bambini e ragazzi. Nella struttura in cui alloggiavamo c’era il campo da calcio, basket e pallavolo; mi sono trovato un giorno a giocare a calcio con una ventina di ragazzi dai 7 ai 18 anni scalzo, il campo era verdissimo ed è stata un’esperienza unica!
Ringrazio i miei 2 compagni di avventura e ora più che mai sono intenzionato a tornare in Lettonia per conoscere meglio il posto. 🙂
*Digitcitizen è un training finanziato dall’Agenzia Nazionale Erasmus+ per i giovani.
Il corso “UnderSTAND” che si sarebbe dovuto tenere dal 23 al 30 maggio 2020 a Vilnius , in Lituania, a causa dell’emergenza pandemica è stato posticipato. L’organizzatore lituano VšĮ Inovacijų biuras ci ha comunicato le nuove modalità: il corso si terrà online su zoom dal 5 al 13 febbraio 2021 “at lunch time”, in orario 12.00-15.00.
Sharing Europe cerca 8 operatori giovanili interessati a partecipare!
Il tema del corso è la diversità culturale come leva contro la radicalizzazione tra i giovani.
Gli obiettivi principali del corso sono:
aumentare la comprensione degli approcci educativi sui diritti umani principalmente in relazione alla diversità culturale per prevenire la radicalizzazione dei giovani nelle nostre comunità locali;
comprendere gli aspetti della partecipazione attiva dei giovani per sviluppare un metodo critico di pensare con elementi di educazione non formale all’interno delle nostre attività di lavoro giovanile;
approfondire il tema della diversità culturale a livello locale, regionale e internazionale e sviluppare metodi per motivare e impegnare attivamente i nostri giovani in progetti sui diritti umani per prevenire la radicalizzazione dei giovani;
sviluppare le conoscenze, le capacità e le attitudini necessarie a preparare, gestire e valutare un seminario sulla diversità culturale;
offrire l’opportunità di incontrare gruppi di partner e sviluppare idee concrete per progetti futuri.
Se siete interessati a presentare domanda per questo training, leggete attentamente l’INFOPACKinformativo dove troverete informazioni complete su: profilo del partecipante, programma preliminare, dettagli dell’alloggio e specifiche finanziarie.
Se decidete di candidarvi, compilate l’apposito formularioentro il 18 gennaio 2021. Se avete dubbi scrivete a info@sharingeurope.eu.
Limite di età per i partecipanti: 18+
Paesi partecipanti : Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca, Croazia, Ungheria, Italia, Polonia, Romania, Slovacchia, Francia
Lingua di lavoro: inglese.
Numero totale di partecipanti: 80
Obblighi dopo la formazione: Ai partecipanti verrà chiesto insieme o individualmente (e se necessario supportati da Sharing Europe) di organizzare dei momenti di condivisione di ciò che si è appreso con la comunità attraverso:
workshop con altri operatori giovanili,
incontri coi giovani per mettere a frutto gli strumenti e le competenze sperimentate durante il corso.
Stagecraft for youth workersè il corso di formazione Erasmus Plus per il quale ci troviamo in Repubblica Ceca dal 3 al 10 agosto e mai titolo fu più azzeccato! Perché -come nel suo significato più tecnico- ha un ricco programma che comprende tutti gli elementi tipici delle produzioni teatrali:
La costruzione e il montaggio di scenari. E infatti creiamo location per quiz culturali all’aperto, allestiamo la sala per meeting di riflessione, vestiamo i panni del Disturbatore che sta sempre al cellulare e gestiamo le resistenze dell’Esperto che sa già come bisogna fare;
La progettazione e l’approvvigionamento di strumenti di scena. E infatti inventiamo pennarelli magici, disponiamo le sedie in mille modi diversi, usiamo palline per prendere parola e nomi di animali per lavorare in gruppo e familiarizziamo persino con un castoro e con Michael, il partecipante immaginario!
Il tutto miscelato di suoni, odori, colori e tante lingue e accenti diversi.
E proprio come per le più grandi produzioni di Broadway, lo stagecraft di questo corso è gestito da 4 formidabili trainer multidisciplinari che hanno saputo combinare elementi di comunicazione avanzata, facilitazione e public speaking unendo teatro, stand-up comedy, sociologia, musica e creatività… senza lasciare niente al caso.
L’Intercultural cookie festival (attività ricreativa da svolgere durante il coffee break) diventa un’attività di team building e creatività che spazia dal karaoke di gruppo sul testo di una canzone irlandese alla lectio magistralis sul termine SAUDADE.
La dinner card è inizialmente un supporto per ricordare il nome delle persone che siedono al tuo fianco durante il pranzo, poi diventa un segnaposto per sedersi al tavolo con sempre nuovi commensali e infine si trasforma nella bacheca personale di messaggi lasciati dai compagni di viaggio.
E poi c’è lo humor. E la grande riflessione sul suo uso nell’educazione non formale coi ragazzi:
Humor is bad because… e Humor is good because…
E 10 di noi ci provano a vedere se funziona. Se si riesce a far ridere un pubblico internazionale usando l’auto-ironia e trattando temi forti senza filtri.
Ci prova Samen, single musulmana, di origine pakistana che vive nella Londra post-Brexit e che deve gestire, a qualsiasi riunione di famiglia, la solita zia pettegola e inopportuna che le domanda: “ma quando te lo trovi un fidanzato? Tu viaggi troppo!” – come se fosse l’esperta di coppia lei… che si è sposata a 13 anni?!
Si racconta Pedro, faccia da nerd buono che odia poche cose nella vita: 1. i limoni, 2. il cursore del mouse al centro dello schermo mentre guarda un film su netflix e 3. gli analfabeti digitali che gli sottopongono ogni giorno quesiti informatici banali che… basta andare su google per trovare la risposta!
Lo fa Emma descrivendo i pro e i contro della sua altezza… quando la scambiano per minorenne non accompagnata all’aeroporto e davanti al suo passaporto chiamano l’antiterrorismo!
Si mette in gioco Irene a raccontare quanto sia difficile il ruolo di chi – da insegnante di scuola elementare- ha il potere di distruggere la vita di innumerevoli bambini!
E alla fine funziona!
Perché c’è un pubblico dall’altra parte che è pronto e aperto all’apprendimento. Che sta imparando come supportare chi si è messo in gioco scrivendo un monologo di Stand-up Comedy in un paio d’ore. Che si sta mettendo nei panni di chi non maneggia la lingua inglese per comprare un biglietto del treno, figuriamoci per stare su un palco. Che sta studiando come contribuire – da spettatore- alla buona riuscita della serata.
E lo fa prendendosi cura dell’allestimento del palco, rifornendo i camerini di bevande e snack, battendo le mani, rispondendo in coro alle sollecitazioni degli artisti, ma soprattutto…
Tutte le volte che rientro da un’esperienza di formazione in Europa, amici e familiari hanno le stesse reazioni:
Beata te che fai tutte queste cose belle!
Ma a che ti serve? È obbligatorio?
Io non potrei mai, ma appena cresce lo faccio fare a mia figlia che è troppo timida!
Non è facile spiegare cosa sia un TRAINING COURSE, ma qui di seguito ho provato a riportarne una breve descrizione.
È un percorso formativo su varie tematiche legate all’educazione non formale della durata media di 5 giorni in una città d’Europa, non troppo turistica o comunque economica (il più delle volte devi andare a cercare su google maps dove si trova per capire in quale aeroporto arrivare!). È aperto alla partecipazione di operatori giovanili che svolgono attività simili in organizzazioni di altri paesi. Spesso i partecipanti vengono sistemati in strutture polivalenti che hanno al loro interno le aule formative, la mensa e gli alloggi. Le spese di viaggio, vitto e alloggio sono coperte dal programma Erasmus plus. Per partecipare basta candidarsi per tempo compilando una domanda di partecipazione che serve reciprocamente a capire se si è davvero interessati, motivati e disponibili a partire.
Tutto chiaro? Visto che non è una cosa tanto complicata?
Se mi fermassi qui però ometterei gli aspetti più importanti, perché training course è:
convivere con persone che appena ti presenti pensi Milou? Rute? Ugochi? Vampek? Zoja? Non ce la farò mai a ricordare tutti questi nomi e a pronunciarli correttamente!
condividere spazi, tempo, emozioni, passioni, conoscenze… tutto concentrato in 5 giorni
contribuire con ciò che puoi offrire e ciò che ti senti di prendere
confrontarsi su punti di vista e impostazioni culturali diversi del tuo lavoro davanti a domande quali: “accompagneresti un giovane alla stazione di polizia?” o “durante uno youth exchange andresti nudo in una sauna con minori?”
Ma è anche paura di non essere all’altezza o non essere capito; è stanchezza mentale di parlare un’altra lingua; è abituarsi a bere un caffè lungo a tutte le ore; è la frustrazione di accorgersi che a volte un racconto esilarante tradotto in inglese non fa più ridere; è un flusso di riflessioni che non fai in tempo ad appuntare che già arriva un’altra ondata; è uno spazio con gli altri ma anche uno spazio con te stesso; è una spinta dal basso che ti fa credere e sperare nella forza dell’unione contro tutte le ingiustizie della vita, le guerre, le violenze, le cattiverie; è un senso di appartenenza che va oltre le bandiere, il colore della pelle o l’orientamento religioso; è mettere in campo tutte le vulnerabilità che ti senti di svelare per provare a fare un passo verso la resilienza supportati da un ambiente protetto, aperto e accogliente.
Se siete arrivati a leggere fino a qui forse allora vi starete chiedendo Quando si parte?
Sul sito Youth Salto trovate un calendario completo e aggiornato delle opportunità in scadenza, ma se state già preparando la valigia, allora Sharing Europe propone a 4 partecipanti italiani il corso “You(th)r Culture” dal 2 al 9 novembre 2019 a Vilnius , in Lituania, organizzato da VšĮ Inovacijų biuras.
Gli obiettivi principali del corso sono:
aumentare la comprensione degli approcci educativi sui diritti umani principalmente in relazione alla diversità culturale per prevenire la radicalizzazione dei giovani nelle nostre comunità locali;
comprendere gli aspetti della partecipazione attiva dei giovani per sviluppare un metodo critico di pensare con elementi di educazione non formale all’interno delle nostre attività di lavoro giovanile;
approfondire il tema della diversità culturale a livello locale, regionale e internazionale e sviluppare metodi per motivare e impegnare attivamente i nostri giovani in progetti sui diritti umani per prevenire la radicalizzazione dei giovani;
sviluppare le conoscenze, le capacità e le attitudini necessarie a preparare, gestire e valutare un seminario sulla diversità culturale;
offrire l’opportunità di incontrare gruppi di partner e sviluppare idee concrete per progetti futuri.
Se siete interessati a presentare domanda per questo training, leggete attentamente l’INFOPACKinformativo dove troverete informazioni complete sul profilo del partecipante e sulle specificità finanziarie. Se decidete di candidarvi, compilate l’apposito formulario entro il 6 settembre 2019. Se avete dubbi scrivete a info@sharingeurope.eu.